Anche quest’anno ottobre si colora di rosa e tutti i riflettori sono puntati su un argomento delicato e attuale: la prevenzionedel tumore al seno. Come si evince dal report pubblicato nel 2020 da AIRTUM - Associazione Italiana Registri Tumori, il tumore al seno rappresenta la neoplasia più frequente di tutti i tumori femminili (30,3%), seguito poi dal tumore del colon-retto (11,2% di tutte le diagnosi), tumore del polmone (7,3%), della tiroide (5,4%) ed infine, con una percentuale del 4,6%, dal tumore dell’endometrio.
I nuovi casi all’anno in Italia sono in aumento, ma la mortalità in calo. Questa tendenza è dovuta alle campagne di prevenzione primaria e secondaria; mentre un corretto stile di vita permette di ridurre il rischio che la malattia insorga (si parla in questo caso di prevenzione primaria), le strategie di prevenzione secondaria mirano a diagnosticare precocemente la malattia quando questa è già presente. Identificando precocemente la malattia, essa sarà spesso più facilmente curabile. L’articolo di oggi si focalizza su questo aspetto.
Gli screening sono test condotti a tappeto su una fascia più o meno ampia della popolazione, per poter identificare la malattia prima che si manifestino i sintomi. Per il tumore alla mammella, i programmi di screening prevedono una mammografia e si rivolgono alle donne tra i 50 e i 69 anni, per le quali è indicata l’esecuzione gratuita della mammografia una volta ogni due anni. La mammografia è una radiografia a basse dosi di raggi X, eseguita comprimendo il seno tra due lastre, al fine di indagare internamente il tessuto mammario ed evidenziare, eventualmente, la presenza di noduli o formazioni tumorali (clicca qui per saperne di più sulla mammografia). Ricordiamo che queste sono indicazioni di popolazione, ed è pertanto vero che il proprio medico può indicare una mammografia anche in età più giovane, se presenti fattori di rischio e familiarità.
La prevenzione per il tumore al seno non è una questione solo di screening; individualmente infatti ogni donna a partire dai 20 anni di età dovrebbe effettuare controlli annuali del seno, eseguiti da un ginecologo o senologo, ma soprattutto dovrebbe imparare quelle tecniche di autopalpazione che, comodamente da casa, permettono alla donna di apprezzare ogni eventuale precoce cambiamento della propria mammella. Dovrebbe essere eseguita una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale; rispettare questi tempi è importante perché la struttura del seno è fortemente suscettibile ai cambiamenti ormonali mensili del ciclo, e palpazioni in un’altra finestra temporale potrebbero dare adito a falsi allarmi. Cambiamenti, anche della pelle o della forma dei capezzoli, o se si nota perdita di liquido, sono segnali che dovrebbero spingere a consultare un medico per accertamenti.
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La riduzione di mortalità è diretta conseguenza di una migliore prevenzione secondaria, resa possibile dalla sensibilizzazione e dall’aumento di visite senologiche e adesione ai programmi di screening. A questo proposito, campagne come la Campagna Nastro Rosa ogni anno riescono a sensibilizzare un numero sempre più ampio di donne sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori della mammella. Riuscendo così ad aggiungere un tassello importante nella battaglia contro i tumori.
Barbara Taurisano